Daniele Pario Perra

2014

Per ciò che è stato per ciò che è e per ciò che sarà

Abbiamo chiesto a tanti bambini quali giochi desiderano fare in un parco pubblico e loro ci hanno sempre risposto che vogliono sognare e divertirsi con le ambientazioni della fantasia, nel modo magico, invisibile e furtivo del loro mondo creativo. Quindi abbiamo fatto più di cinquanta workshop su tutto il territorio nazionale per trovare le soluzioni migliori sprecando meno soldi, meno energie e meno tempo per inventare dei giochi nuovi. Dal primo workshop lavoriamo senza produrre nuovi oggetti ma utilizzando oggetti o strutture già presenti sul mercato rimodellati per nuove progettazioni, materiali di scarto pregiati dalle filiere controllate. A Pianoro il laboratorio didattico è avvenuto, nella collaborazione con Cuore di pietra, il 14 Febbraio 2014 nella classe 1°B della scuola media Vincenzo Neri di Pianoro ed è iniziato come tutti gli altri per favorire la progettazione creativa dei nostri giovani amici. Come sempre ci siamo impegnati a favorire il rapporto con il magico, l’invisibile del loro intangibile patrimonio fantastico, ma qualcosa è sfuggito di mano. Al secondo appuntamento alcuni di loro hanno iniziato ad elaborare progetti di gran lunga superiori alle nostre aspettative indirizzandosi in modo profondo, autentico e convinto verso i territori più complessi dell’arte relazionale e concettuale. A conclusione della giornata di lavoro abbiamo realizzato i prototipi dei nostri parchi gioco come sempre, ma alcuni di loro avevano iniziato un progetto più furtivo e invisibile del solito, iniziando, nel chiasso dell’aula, a raccogliere alcuni dei loro manufatti per metterli insieme e prepararli per un “evento eccezionale”. Con determinazione ci hanno chiesto di seppellire i loro oggetti per poterli ritrovare, scavando sotto la terra, tra venti anni. Il desiderio di immortalare una giornata, cosi come un loro pensiero, un loro manufatto o una loro idea ci appariva subito chiara: proteggere il loro intangibile patrimonio immaginario dallo scorrere del tempo e delle esperienze per ritrovare la stessa essenza dopo 20 anni, immutata, conservata sotto terra. La forza evocativa di questo desiderio con le loro modalità si è immediatamente trasformata in gesto pratico, tanto che individuato un luogo (segreto) del giardino del Museo di Arti e Mestieri, abbiamo proceduto prima alla processione rituale che ha portato tutti i progetti in mostra, fra la collezione permanente del Museo, e poi alla sepoltura della scatola che è avvenuta il 4 giugno: la scatola, apposta in una teca di vetro, è stata sigillata e poi seppellita. Un cartello nel giardino, a diversi metri di distanza, per non svelare il punto in cui è sepolto il loro tesoro, segnala l’avvenuta azione.