Andreco

2010

Wall Painting

Nel passaggio pedonale fra Piazza dei Martiri e via Gramsci, per anni luogo grigio e maleodorante, continuamente vandalizzato , Andreco, artista-ingegnere molto attento alla sostenibilità e alla bioarchitettura, ha realizzato un wall painting nel quale elabora l'immagine della Balena, uno dei simboli più recenti ed al contempo antichi del territorio pianorese dove qualche anno fa sono stati ritrovati i resti di una balena pliocenica. Il dipinto murale, realizzato con la collaborazione di alcuni giovani graffitisti che per l'occasione sono intervenuti anche sulle pareti esterne del Centro Giovani Pianoro Factory, è un disegno in evoluzione: come sulle pareti di antiche grotte le incisioni rupestri, segni spesso fantastici e simbolici, a volte raccontavano le vicende della storia del tempo, allo stesso modo qui i disegni interpretano un brano di storia, e descrivono la sua evoluzione intrecciando narrativamente vita umana e vita urbana. Una città nasce e si sviluppa sul dorso di un grosso cetaceo, una singola casa che diventa un borgo e poi una città. La città cresce, armoniosamente, allo stesso tempo del mammifero, quasi fossero due organismi viventi in simbiosi. Ed è viva, è un sistema organico in continuo cambiamento che merita nutrimento, tempo e attenzione, cultura e pratiche di sostenibilità ambientale.

guarda il video BIOCITY. Wall painting by Andreco qui

2015

Una celata resistenza ontologica.(Icone dal lavoro resistente; installazione)

Un insieme di icone che ricordano la Resistenza ed il lavoro di ricostruzione post bellico fatto nell’area di Pianoro.

Hanno partecipato insieme alla realizzazione dell’opera Mili Romano e i giovani artisti dell’Accademia Nicola Albatici, Emma Bardiani, Jacopo Bonzagni, Ilenia Chereghali, Nicholas Perra, Gabriella Presutto, Karin Schmuck, Eleonora Trovato, Martina Vannini.

A 70 anni dalla Resistenza Partigiana che ha portato alla liberazione dal nazi-fascismo, la ricerca si è basata sui fatti della resistenza e sul lavoro di ricostruzione economica, fisica e morale, della città di Pianoro che fu rasa al suolo dai bombardamenti per il 98% (secondo il genio civile).

In particolare, si è tratto spunto sia da avvenimenti storici sia dalle testimonianze dei singoli Pianoresi incontrati. Tra gli avvenimenti storici: La razzia dei mezzi di produzione e le deportazioni di lavoratori in Germania (1), gli scioperi politici del 1943 per sabotare la guerra (2) (3), le prime azioni partigiane nella zona di Pianoro e Pian di Macina (4), la stampa clandestina, la resistenza delle donne (5), le azioni di ricostruzione e le prime attività lavorative dell’area, partendo da quelle presenti nelle baracche di emergenza fino ad arrivare ai primi insediamenti industriali (6).

Durante il workshop sono state poste delle domande agli studenti sul significato di Resistenza e di Lavoro e gli è stato chiesto di partecipare concretamente alla realizzazione dell’opera ragionando su un’icona e una frase chiave che riassumesse il concetto di resistenza e di lavoro. Da questa sintesi sia visiva che concettuale sono nate le sagome che compongono l’installazione che verrà posizionata sulla Biblioteca di Pianoro. Per la realizzazione materiale delle sagome si è ricorsi alla preziosa collaborazione di Francesco Flamini della Staff Serigrafia che ha seguito l’opera dall’inizio e ha contribuito a trovare una soluzione tecnica per la sua realizzazione. Il percorso partecipativo messo in atto tende a far diventare gli studenti e i cittadini co-autori dell’opera stessa. Si ritiene che un’opera su un tema così importante acquisti più forza se espressione di una collettività piuttosto che di un singolo. Solo con una collettività che continua a lottare, la memoria storica può essere difesa dal tempo e dai tentativi di revisionismo.

Lavoro Resistente Le azioni di resistenza in tutte le forme e il lavoro di ricostruzione in tutti gli ambiti sono i macro-temi da cui l’opera ha preso spunto. Andando più a fondo, quello che più nello specifico ha influenzato l’opera sono stati i sentimenti che hanno spinto gli uomini e le donne a vincere la paura e passare all’azione, le idee e le astuzie creative escogitate nelle situazioni di estremo pericolo, la convinzione con cui sono state perseguite le idee di libertà e la forza spesa per lavorare alla ricostruzione di un territorio stravolto dalla guerra.

In fisica, il Lavoro è il trasferimento di energia cinetica tra due sistemi attraverso l'azione di una forza o una risultante di forze quando l'oggetto subisce uno spostamento e la forza ha una componente non nulla nella direzione dello spostamento. (7) Se il Lavoro nel moto rettilineo si definisce come il prodotto vettoriale della forza per lo spostamento. (L = F x s)

Lavoro = Forza per Spostamento

La resistenza meccanica (o tensione di rottura) è una proprietà meccanica che indica il massimo sforzo che un generico materiale è in grado di sopportare prima che sopraggiunga la sua rottura. La resistenza elettrica è una grandezza fisica scalare che misura la tendenza di un corpo ad opporsi al passaggio di una corrente elettrica, quando sottoposto ad una tensione elettrica.

Se si immaginasse qualcosa che sia il prodotto del lavoro di ricostruzione con le azioni di resistenza? Vengono in mente i sabotaggi contro la guerra nelle fabbriche del ‘43, gli scioperi, la voglia di ricostruire e ricominciare con altri valori una vita futura, il lavoro di sminamento. Se si potesse creare una definizione immaginifica, quale sarebbe la definizione di Lavoro Resistente?

Ad esempio:
Lavoro Resistente ≈ Forza in Movimento nel Tempo

Natura resistente.
Non solo la specie umana ha sofferto le ripercussioni della guerra ma anche il mondo animale e vegetale. Il territorio pianorese, per la sua posizione strategica, sulla via della Futa che collega Firenze a Bologna, è stato oggetto di innumerevoli bombardamenti durante il periodo della guerra e ancora oggi ne porta i segni. Nonostante nel periodo post bellico sia stata fatta una grande opera di sminamento, ancora oggi saltuariamente vengono ritrovati nel terreno ordigni della seconda guerra mondiale. Per questo simbolicamente si è voluta riportare anche un’icona di un albero che ha resistito alla guerra e continua a far crescere i sui rami e le sue radici ben salde nel terreno.

La resistenza ontologica.
Il modo più efficace per far vivere i sentimenti della lotta partigiana nel tempo è metterli in pratica nel presente. I sentimenti che hanno portato donne e uomini a reagire e a lavorare contro la loro sopraffazione e per la conquista della libertà esistono nel profondo di ognuno di noi e non bisogna aspettare una guerra per accorgersene. (Wretched: “spero venga una guerra solo allora capirai che potevi fare qualcosa”) Forti di quello che è stato, si guarda al futuro per preservarlo da avvenimenti tragici e liberticidi sia per l’intera società che per i singoli. Con il termine resistenza ontologica si fa riferimento ad una resistenza che si adatta nel tempo in base alle contingenze storiche e continua ad essere efficace.

Lavoro Resistente ≈ Forza in Movimento nel Tempo ≈ Resistenza Ontologica

Si ringraziano tutti coloro che hanno partecipato e reso possibile la realizzazione di quest’opera collettiva. L’installazione composta da 13 sagome in laminato è solo il prodotto visivo di un lavoro partecipato più ampio fatto di relazioni e condivisioni, che si è tentato di descrivere in queste righe ma che seppur parti integranti dell’opera rimangono invisibili ad occhio nudo.

Note:
(1) Durante la seconda guerra mondiale molti giovani vennero deportati in Germania per lavorare, chi nei campi di lavoro per poi essere sterminati chi nelle fabbriche tedesche in espansione grazie ai benefici apportati dalle invasioni. Il Reich di Hitler aveva predisposto un programma scientifico di saccheggio dei mezzi di produzione, cosi' come delle opere d'arte e anche della forza lavoro dell'Italia. (“La razzia degli Uomini” La battaglia del Lavoro. Giorgio Bocca, Storia dell'Italia Partigiana pag 225.) (2) Alle prime luci dell'alba del 1 marzo forti esplosioni danneggiano alcune linee tramviarie. Il gappista Diego Orlandi (Pietro) ha piazzato ordigni sotto gli scambi dei depositi della "Zucca" e del "Littoriale" e sotto i tralicci dell'alta tensione presenti fuori porta Saffi. E' il segnale dell'inizio di uno sciopero che coinvolge parecchie industrie in città e provincia. Alla Calzoni, alla Ducati (Bazzano), alla Weber devono intervenire i soldati tedeschi e i militi della GNR per far riprendere il lavoro. Vi sono arresti e fermi tra i componenti delle commissioni di fabbrica. Intanto si fermano i tram, rimangono inattive parecchie fornaci e l'Azienda del gas. Il 2 marzo si svolge al Pontevecchio lo sciopero delle maestranze del Calzaturificio Montanari, in gran parte donne. Il corteo, in cui è notata la presenza di partigiani, sfila lungo la via Emilia. I tentativi di sciopero proseguono in alcune fabbriche fino all'8 marzo. Gli agitatori e gli scioperanti più in vista saranno costretti alla clandestinità per evitare l'arresto e andranno ad ingrossare le fila delle formazioni partigiane. In una riunione con il prefetto il 14 marzo, i capi fascisti Franz Pagliani e Pietro Torri propongono di reprimere con la forza, facendo fuoco sugli operai, ogni ulteriore tentativo di sciopero nelle fabbriche. (3) Anniversario degli scioperi del marzo 1944, Bologna, Palazzo Malvezzi, sala del Consiglio provinciale 12 marzo 1984, Bologna, Tipografia Moderna, 1984 (4)Documento dell'Anpi di Pianoro. “La resistenza per le vie di Pianoro” http://memoriadibologna.comune.bologna.it/files/vecchio_archivio/seconda-guerra/l/La_resistenza_per_le_vie_di_Pianoro.pdf (5) Addis Saba M., Partigiane. Tutte le donne della Resistenza, Mursia, Milano 1998. AA.VV., La Resistenza delle donne, In Dialogo, 2010. AA.VV., Donne nella Resistenza. Una ricerca in corso, In "Italia contemporanea", n. 200, pp. 477-492, 1995. Storia delle donne nella Resistenza Italiana , Wikipedia http://it.wikipedia.org/wiki/Storia_delle_donne_nella_Resistenza_italiana (6) Documenti presenti alla mostra: “Fascismo, Guerra e Liberazione”. Giornali, foto e documenti dell’epoca raccontano 70 anni di storia d’Italia e del nuovo abitato di Pianoro. A cura di Roberto Vitali. (7) Tratto dalla definizione del lavoro in fisica meccanica. http://it.wikipedia.org/wiki/Lavoro_%28fisica%29

Guarda il video relativo alle opere presenti all'esterno e all'interno della biblioteca Silvio Mucini qui

Un grande grazie a: Il Cento Diurno E. Giusti, Andreina Cavazza, Gianpiero Sarti, Gilda Milanesi, Sergio Tugnoli, Luciano Laurenti, Simona Garagnani e l’ANPI di Pianoro, Roberto Vitali info:
www.andreco.org
www.cuoredipietra.it

Andreco è un artista originario di Roma. Dal 2002 vive alcuni anni a Bologna per poi trasferirsi in altre città in Italia e all'estero. Dal 2000 porta avanti una ricerca incentrata sulla simbologia e la suggestione nell'arte, realizzando un suo universo di simboli composto da organi, animali, figure mitologiche e geometriche minimali. Utilizza varie tecniche artistiche, dal disegno alla pittura al video, che nelle esposizioni sono spesso combinate tra loro. Nella sua produzione video è predominante l'animazione sperimentale. Realizza anche dei “video-report” di sue performance ed installazioni, come “la fuga delle balene” un'installazione che realizza dal 2006 per promuovere l’arte nello spazio urbano. Recentemente ha partecipato al Urban Arts Madrid II, al Robot Festival di Bologna, a “Pop UP!” ad Ancona dove ha realizzato delle opere murarie su grande scala. con un gruppo di architetti del paesaggio ha realizzato un’ installazione per “Glastonbury Festivals 2008” in Inghilterra. Inoltre Andreco ha partecipato: alla collettiva “Art Shake” nel 2008 presso la galleria civica d’arte contemporanea di Termoli e nel 2010 a Roma presso Mondo Bizzarro gallery, a “Hallo I’m” presso il Grassi Museum Leipzig, alla rassegna di video arte “The Scientist” a Ferrara, a Cyou/later, al MAPPING festival di Ginevra con il gruppo Teatrino Elettrico, al festival internazionale del cinema astratto “Abstracta” a Roma, New York ed il Cairo e nel 2007 è stato selezionato per Videoart Yearbook rassegna di videoarte curata da Renato Barilli e dal dipartimento d’Arti Visive dell’Università di Bologna.